29 maggio…il ricordo

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Targa_Stade_Roi_Baudouin_2Negli ultimi tre giorni ho creduto opportuno rispondere solo a sprazzi in qualche dibattito calcistico o politico durante confronti su facebook. Come ho scritto la notte del 29 maggio ho osservato un ossequioso silenzio per rispetto delle 39 vittime della più assurda tragedia sportiva (Heysel 85’) di sempre pari solo a quella del Grande Torino a Superga: ovviamente le cause furono di origine totalmente diversa. Ho notato che solo negli anniversari particolari dei decennali si ricordano con maggiore partecipazione quelle ore e quei giorni mentre nelle ricorrenze come quella di quest’anno (31° anno) la commemorazione mi è apparsa soltanto “doverosa” ed “obbligata”. Ma specifico che è solo ed esclusivamente una mia triste sensazione. Quel giorno rinnova dentro di me una sofferenza profonda e sempre con la stessa intensità e ciò avviene per una miriade di motivi. L’aspetto che “ancor mi offende” è la costatazione che gli speculatori di e su quel tragico avvenimento non accennano a diminuire nè di numero nè in sostanza per soddisfare probabilmente le proprie verità stando quella sera seduti su di un comodo divano. Ma d’altronde anche questo è scritto nel Vangelo: “Voi Scribi e Farisei…”. Ricordo nella foto i nomi dei nostri adorati ma sfortunati amici sulla storica lapide!

Ritorniamo all’attualità.

Quest’anno  si è disputata la finale della storica Coppa a poche ore di distanza rispetto ad allora. Real Madrid-Atletico di Madrid ha dimostrato ancora una volta che trionfare in una finale con la conquista del trofeo è molte volte dovuto al caso e ad episodi fortunosi o fatalmente negativi per gli avversari di turno. Mi spiace per l’Atletico di Simeone che aveva condotto un’annata ancora una volta straordinaria battendo Barcellona e Bayern; evidentemente però il Real ha una sorte migliore in alcuni momenti decisivi ed in particolar modo in tale competizione. Il gol di Sergio Ramos (probabilmente o evidentemente in fuori gioco) fa il paio con quello di Mijatovic ad Amsterdam nella finale del 1998 contro la Juventus: anche in quel caso il calciatore madridista era chiaramente di un metro in fuorigioco. Io ero in tribuna perfettamente in linea con il guardalinee e quindi con l’azione di gioco. Ma ciò non toglie nulla alla leggenda del Real giunto ormai alla undicesima vittoria nel torneo, tenendo presente che nelle prime cinque edizioni (1955-60) non ebbero concorrenza per il valore di uno squadrone inimitabile. Era il Real Madrid di Di Stefano, Puskas, Gento e tutti gli altri!

Ed in Italia cosa succede? Avrò modo di dire tante cose piacevoli o sgradite quando tutto sarà completato riferendomi in particolare ai playoff e playout di serie B e soprattutto agli Europei di calcio; per questi ultimi immagino che solo per la “Sicurezza” dovranno essere utilizzati ingenti risorse che in seguito saranno pagate ovviamente dai cittadini con indebite sovratasse. Infine c’è un interrogativo che farò al termine della contesa europea, un quesito grave che mi sarei aspettato già formulato dagli etici e professionisti uomini della comunicazione. A presto.

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Articolo nserito in Attualità, Calcio. Memorizza il .

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