Movimento Calcistico Italiano da rifondare con veri Managers

Share on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Share on LinkedInPin on PinterestEmail this to someone

pasqualeVorrei poter continuare ad analizzare un fenomeno tipicamente italiano di cui ho discusso animatamente l’altra sera a Sportitalia insieme ad esperti dell’argomento. Il dibattito logicamente si è sviluppato intorno all’eliminazione dell’Italia calcistica dai prossimi mondiali in Russia. Come è giusto che sia vi erano discordanze di opinioni tra alcuni e convergenze  tra altri. Io mi sono ritrovato spontaneamente ed intellettualmente in completo accordo con Giornalisti affermati su  tesi che a me sembravano indiscutibili quando l’onestà professionale ed intellettuale prende il sopravvento su interessi personali o addirittura di parte. Ovviamente, come capita spesso in tv per motivi legati strettamente ai tempi della trasmissione, la discussione non è stata solo animata (cosa d’altronde positiva) ma in certi momenti è diventata tanto accesa da accavallare le opinioni a discapito a volte della comprensione  da parte dell’ascoltatore. Non sto di certo qui a ripetere la puntata che chi vuole può sempre andare a riascoltarla se si è bravi tecnologicamente nella ricerca. La mia intenzione stasera è di chiarire ancora una volta qualche mio concetto che pur se compreso da tanti dubito che tutti siano riusciti a seguire una teoria estremamente semplice o addirittura da scuole elementari.

Potremmo titolare il mio percorso mentale: “Tutto ciò che è avvenuto in Italia almeno per quanto riguarda il movimento calcistico dall’anno Domini 2006 (Campioni del mondo) ad oggi passando dal Ministro dello sport Melandri all’attuale Ministro Lotti, quest’ultimo per la verità ancora da ritenere al di fuori di ogni responsabilità per la breve attività potuta svolgere in soli due anni.”

Dalle promesse fatte dalla Melandri, all’indomani di una Calciopoli  che nel tempo è apparsa ai tanti più costruita che reale, circa la pulizia morale (ricordo impresso nella mente “nessun colpo di spugna fermerà la pulizia del calcio”) che avrebbe apportato con il suo impegno nel mondo del calcio nessuno  (italiani e stranieri)  è riuscito a vedere alcuna traccia di questa grande “opera” annunciata con una retorica mai sentita prima d’allora! Anzi vorrei ricapitolare “alcuni piccoli avvenimenti” sopraggiunti negli ultimi dodici anni. Il calcio-scommesse lo menziono per primo ritenendolo per certi versi responsabile di diverse anomalie che ogni anno sono visibili a tutti. Sono state scoperte partite truccate con inchieste processi che a guardar bene non hanno prodotto risultati tangibili. Ricordo la frase storica del PM di Cremona quando asserì  che volendo andare veramente a fondo si sarebbero dovuti fermare i campionati a tempo indeterminato; ho assistito a condanne teatrali, scontifici e l’anno dopo tutto si ripeteva; fallimenti societari pilotati o meno con stravolgimenti e di campionati; punteggi di classifica letteralmente stravolti in positivo o in negativo dopo mesi e mesi e con campionato in corso; mi sono sempre chiesto a cosa servissero le fideiussioni se non a garantire il minimo sindacale dato da pagamento di stipendi e fornitori. Nel frattempo l’Italia ha partecipato a campionati europei e mondiali dai quali nessun sognatore ha ricevuto gratificazioni tecniche e morali per poter coltivare qualche ottimismo per il futuro. Ricordo l’unico momento decente nella serata dell’eliminazione bruciante degli ultimi mondiali con le dimissioni immediate di Tecnico e Presidente (Prandelli ed Abete). Arrivò così Tavecchio, dapprima non accettato dai media e conseguentemente dal sentimento popolare per vari motivi tra cui alcuni reali ed altri demagogici; mi riferisco tra l’altro a quelli sul razzismo per alcune affermazioni fatte. Intorno a lui giravano (credo che niente sia cambiato) personaggi alquanto discutibili anche se non ho intenzione di polemizzare su questo. Per far colpo tesserarono Conte subito dopo (?) la rottura impensabile con la Juventus, Società che lo aveva letteralmente difeso in tutte le sedi compresa la FIGC che però ebbe la “coerenza” di tesserarlo per aver vinto tre scudetti di fila e quindi la sua immagine servì al Signor Tavecchio et company a poter continuare indisturbati a perseguire i loro obiettivi. All’ultimo Europeo, se la logica ha ancora una valenza, l’Italia non si classificò nemmeno tra le prime quattro (il Galles si) mentre si attestò tra le altre quattro tra il quinto e l’ottavo posto ex aequo (come l’Islanda!). Vi fu così una nuova separazione attesa con un cambio tecnico che in quel momento fu accettato bene da quasi tutti tessendone addirittura le lodi. Oggi alla luce di quanto accaduto sembra che la responsabilità sia solo di un allenatore (che peraltro io stimo) la cui scelta credo non fosse stata nemmeno di Tavecchio. Ma come ho sostenuto fino a oggi quello del Mister a mio parere è proprio l’ultimo dei problemi. In altra epoca, ricordando ad esempio Giovanni Pasquale dopo la Corea del 66’, tutto un Consiglio si sarebbe dimesso per non aver potuto presentare evidenti miglioramenti ed un adeguato management in linea con i tempi moderni. Regolamenti, nuove norme, e tutto ciò che all’inizio dell’articolo ho menzionato sono le vere realtà che li hanno visti inermi spettatori o colpevoli responsabili. E non mi parlino del VAR (acronimo a cui non hanno nemmeno saputo aggiungere il giusto articolo maschile) sperimentato in Italia Germania e Olanda per volere comune con l’italo-svizzero Infantino erede dei Blatter e Platinì. Se su questo ultimo punto non faranno chiarezza  vera circa il funzionamento da mostrare al pubblico (come l’occhio di falco sul gol-nogol sulla linea del portiere) il VAR servirà semplicemente a creare ulteriori confusioni nei momenti cruciali del campionato e comunque resta una tecnologia solo sperimentale. Ogni tanto con malafede manifesta, per nascondere i guasti evidentissimi perpetrati da dodici anni, qualcuno getta nel discorso ancora lo scandalo di Calciopoli. Questa manovra è non solo meschina ma addirittura destituita di fondamento per aspetti giudiziari di difficile spiegazione in questa sede, di prescrizioni applicate unilateralmente e giunte dopo aver esaurito il numero di anni a disposizione di un’accusa. Ma oltretutto quello scandalo-non scandalo viene tirato in ballo sistematicamente quando fa comodo a quelli che non sanno dare una risposta alle macerie attuali. Insomma o si parla di Calciopoli ascoltando tutti e leggendo le Carte delle cancellerie, o che non se ne parli mai più nascondendo a se stessi ciò che è veramente accaduto. Io ho terminato pregando, in un dialogo civile anche se con fedi diverse, taluni di smetterla una buona volta di volerne parlare a giorni alterni e secondo i propri non esattamente  trasparenti sentimenti di onestà. Ho amici tra tutte le fedi calcistiche esistenti. Per me conta solo la stima l’amicizia e l’onestà intellettuale. Chi la pensa diversamente non avrà futuro!

Share on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Share on LinkedInPin on PinterestEmail this to someone
Articolo nserito in Attualità, Calcio. Memorizza il .

Una risposta a Movimento Calcistico Italiano da rifondare con veri Managers

  1. riccardo ragone scrive:

    Caro Pasquale,la mafia dei colletti bianchi continuerà sempre,come i tentacoli della piovra,tagliandone uno,ne ricresce un altro,siamo soggiogati a vita da questo sistema a dir poco vessatorio nei confronti di noi gente onesta,disillusa pervia di questi miserabili

Rispondi a riccardo ragone Annulla risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *