TANTE LUCI CON INFINITE OMBRE

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hqdefaultAnche quest’anno purtroppo molti cittadini salernitani sono costretti a rinunciare alle proprie abitudini, alle frequentazioni di amici e finanche al rilassante e magico shopping natalizio che da sempre avevano accompagnato la sacralità del periodo,a causa dell’arrivo dello “tsunami” delle cosiddette luminarie, sinonimo di sagra paesana, esaltate dal moderno marketing (la doppia t non guasterebbe). Sgombriamo immediatamente il campo dagli equivoci. Ognuno ha diritto al proprio gusto e al proprio stile e qualsiasi immagine o pensiero può compiacere tanti come nauseare altri. Sento continuamente accostare questo pseudo evento cittadino a quello ideato oltre dieci anni fa nella città di Torino, per me una seconda casa  per i mille motivi che mi hanno fatto amare quel territorio e quella cultura. Non c’è nulla di più deviante e falso di ciò che tale accostamento può trasmettere. In sostanza dopo Torino ci saremmo noi! Per alcuni esaltati avremmo addirittura superato città capitali mondiali come Barcellona, Shanghai, Parigi ecc…Detto così, sembra già qualcosa di delirante. Malgrado tale evidenza ci tengo a far presente anche a chi non fosse informato del tutto che le luci di gran gusto nel cuore di Torino in novembre e dicembre costituiscono soltanto una bella coreografia per l’accoglienza dei TURISTI provenienti da tutto il mondo. Infatti il motivo principe delle visitazioni è dato dagli innumerevoli Eventi che in quel capoluogo ed ex Capitale storica d’Italia si succedono di continuo nel corso dell’anno. Vogliamo fare qualche modesto riferimento? D’accordo! Il convegno mondiale per l’Architettura e la fiera internazionale del Libro sono due Eventi, conosciuti a tutti, che trovano la loro storica realizzazione  in una città sede del Museo della storia d’Italia, del Museo Egizio, del Palazzo Reale con il Castello ed il Teatro Regio, la Mole Antonelliana, Superga, la Gran Madre, i Cappuccini, il Po’ed il Valentino. Dal “500”custodisce  la “Sacra Sindone” e prima di terminare il lungo elenco, passando dal sacro al profano, è da più di cento anni la casa della Juventus e del Torino. In quella realtà le luci costituiscono una cornice degna degli avvenimenti prestigiosi che rappresentano la vera attrazione per i turisti provenienti da tutto il mondo. Da noi invece (piccola differenza) le luminarie diventano l’EVENTO relegando in una posizione secondaria le nostre bellezze che si sono sempre identificate con il mare, con i monti e con la nostra storia. Certamente il  Teatro Verdi, con il suo prestigioso passato internazionale e nostro vanto, non attrae i nostri corregionali; la storia della Scuola Medica Salernitana non fa “impazzire” la massa al punto tale far invadere la città; il Castello d’Arechi non sarà mai meta di pellegrinaggio con picnic organizzati e frigobar portatili. È per tali considerazioni che tutti i governi succedutisi dagli anni 70 in poi avrebbero dovuto puntare sulle bellezze naturali che invece attualmente si presentano degradate (sporche e franate). Torino non avrà mai le cose di Salerno e noi non avremo quelle dei discendenti dei Savoia (a parte il lido omonimo)! Fare accostamenti è conseguenza di sub cultura e provincialismo! I veri salernitani non sono mai stati esaltati ma hanno sempre amato le bellezze e le tradizioni che caratterizzavano il territorio. Se poi, per concludere, lasciamo il lato estetico e storico per rapportarci ai disastri dell’ambiente devastato dall’uomo prima che dalla matrigna natura, allora entriamo in un campo etico ed in uno scenario molto lontano dalla pur minima civiltà e molto vicino ai confini dell’illegalità. Certamente, si obietterà, la devastazione del territorio riguarda l’Italia intera e tale considerazione è sacrosanta (per una volta non siamo soli). Non mi risulta però che a Genova non rispettino le vittime delle alluvioni spendendo risorse decisive per accendere luminarie!! Ma concludo così come avevo iniziato: ad ognuno tocca spesso ciò che merita. Mi consento tali analisi ad alta voce perché  le radici della vecchia Salerno le amano ancora e soltanto quelli nel cui animo albergano tali sentimenti e riflessioni. Di certo, quando ero giovane, non avrei mai pensato che un pezzo della città avrebbe sotterrato tutte le nostre tradizioni e le bellezze naturali  irrimediabilmente e sotto gli occhi colpevoli di quanti la vivono con l’orgoglio di sentirsi ormai europei. Che peccato! Una città, incastonata dalla natura tra due splendide costiere, costretta ad accendere luminarie per farsi apprezzare. Posso solo sperare che quanto prima questo incubo finisca!

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