Dalla lettura e dallo studio della storia del calcio dagli inizi del ‘900 ad oggi è utile soffermarsi su molti avvenimenti e parallelismi per comprendere il presente per tanti aspetti decadente e soprattutto per cercare di capire come si possa riformare un sistema che possa farci ritornare ad un divertimento sano nonchè serio e professionale. In cento anni si è passati da un foglio di Hurrà Juventus, ideato per poter informare e rinfrancare chi si trovava al “fronte di guerra” (1914) sulle vicende della squadra del cuore seppure per un momento, ai giorni nostri in cui ogni avvenimento sportivo è sempre più difficilmente credibile a causa di un business esasperato, per utilizzare un eufemismo, o addirittura per l’infiltrazione del malaffare. Cercherò di approfondire di volta in volta i fatti correlandoli col presente. Auspico una vera riforma del sistema e delle istituzioni sportive perché l’attuale governance ha operato non sempre in maniera trasparente fino a permeare l’animo dello sportivo della cultura del sospetto invece di educare al vero e profondo significato ed ai veri valori dello sport in generale. Quasi sempre questo immaginario si è materializzato in maniera evidente. Mi riferisco principalmente all’Italia attuale dove il bar dello sport è stato portato nei salotti televisivi mentre sarebbe stato logico e civile che l’informazione e le istituzioni andassero ad educare gli sportivi nei bar. Vorrei trasmettere una riflessione. Il calcio antico (fino a quarant’anni fa) evidenziava la sua grandezza e bellezza nella tecnica sopraffina, nell’insegnamento dei fondamentali (NAGC) nell’estro e nella fantasia.
Oggi questo sport non solo non ha trasmesso nessun messaggio e nessun ideale alle altre discipline sportive ma addirittura ha saputo solo copiare le altrui precipue caratteristiche: ad esempio dall’atletica (lotta, corsa e preparazione atletica), dal basket (il play maker, i blocchi), dal rugby (il pressing asfissiante, la forza e le sovrapposizioni veloci), dalla pallavolo (il muro).
Per la lealtà sportiva inoltre ritengo il calcio oggi lontanissimo dai valori profondi che caratterizzano per esempio e soprattutto il rugby. Per quanto attiene poi alla mancanza completa di cultura sportiva vi è da sottolineare che all’estero (ed in particolar modo nei paesi nordici ed anglosassoni) la situazione è profondamente diversa. In quei paesi il fairplay, la lealtà verso l’avversario, l’accettazione del risultato del campo, l’assenza totale della cultura della simulazione e della perdita di tempo sono valori facilmente riscontrabili ad ogni incontro sportivo. Sia chiaro che l’uomo è imperfettissimo dalla sua creazione ma la cultura è stata sempre il motore che ha guidato il mondo verso una civiltà migliore e verso una qualità di vita accettabile. Auspico, dubitandone fortemente, che in futuro le generazioni possano recuperare tali valori. Affronteremo insieme i vari aspetti che sono stati solo accennati.