La sanità e la medicina: due strade parallele

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Vi è stata un’involuzione progressiva ed evidente a tutti della Sanità negli ultimi quarant’anni. La storia della medicina invece continua nel progresso pur avendo un grande nemico da sempre: la politica. Dal 1976 in poi, anno della mia laurea od ancora meglio dal 1969, anno di iscrizione alla facoltà di Medicina (Napoli e Bologna) è avvenuta una rivoluzione nella organizzazione, nella ricerca, nella prevenzione e nella cura.

3 novembre 1976 Giorno della laurea in Medicina e chirurgia a Napoli

3 novembre 1976
Giorno della laurea in Medicina e chirurgia a Napoli

Ma ahimè anche nella trasmissione di messaggi sbagliati o, diciamo, confusi come inculcare nella mente di un paziente che i cortisonici sono dei demoni oppure che una malattia possa essere definita ereditaria invece che familiare o non spiegare definitivamente la differenza tra la malattia congenita e quella ereditaria o ancora tanti altri esempi che di volta in volta cercherò di trattare. E’ stata sottovalutata, o non ci si è dedicati sufficientemente, l’educazione sanitaria del paziente senza la quale qualsiasi riforma è destinata a fallire. I medici sono i maggiori responsabili della educazione sanitaria della popolazione e dovrebbero essere unanimemente concordi nel considerare questo aspetto fondamentale. Ciò non succede e tanti adducono motivi veri ma non sufficienti per giustificare tale mancanza. I Media poi come sempre costituiscono la ciliegina sulla torta. Mi ritornano in mente i tempi delle “casse mutue”, dei medici di famiglia come riferimento principale attraverso cui filtrare le patologie lasciando agli ospedali le emergenze; ho il ricordo dell’allora “primo medico dell’Inam”, del Primario ospedaliero “carismatico” con i suoi aiuti ed assistenti.

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I ruoli moderni hanno definizioni a dir poco fantasiose ma poco carismatiche (responsabile di struttura semplice, responsabile di struttura complessa e capodipartimento); l’immagine del medico ed il rapporto medico-paziente sono stati letteralmente lesi. Poi è iniziato lo spreco di farmaci, di analisi, con la cassetta dei farmaci in casa per il fai da te; una esasperata comunicazione circa la prevenzione delle malattie quasi mai supportata da possibilità economiche dello Stato. Siamo passati dalla prescrivibilità delle garze e dell’amaro Giuliani alla burocratizzazione di tutti gli atti medici, al controllo spietato di qualsiasi azione che spontaneamente dovrebbe essere fatta secondo scienza e coscienza come da giuramento di Ippocrate fino alla esplosione direi irreversibile della spesa sanitaria. Secondo me soltanto i Medici di grande levatura etica e scientifica avrebbero dovuto dettare le regole, le norme e le finalità di tutta l’organizzazione sanitaria. Sindacati e politica avrebbero dovuto aiutare a raggiungere lo scopo senza creare come invece è successo polemiche e divisioni fino a rivalità tra le varie categorie di operatori sanitari. Infine, come conseguenza di tante esasperazioni e storture,è nata ed è destinata a crescere a dismisura la cosiddetta “Medicina difensiva” di cui avrò modo di parlare.

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